Ogni testo narrativo presenta una struttura-tipo, articolata sostanzialmente in cinque momenti:
– situazione iniziale;
– complicazione e rottura dell’equilibrio iniziale;
– evoluzione della vicenda attraverso un suo miglioramento o peggioramento; – conclusione della vicenda e ricomposizione dell’equilibrio;
– situazione finale.
Ogni vicenda, infatti, deve necessariamente partire da una situazione iniziale, il cui equilibrio si rompe a causa di un evento che spinge i personaggi a entrare in azione. Attraverso la naturale evoluzione della vicenda, che si può svolgere nei modi più diversi e articolati, si giungerà a un’inevitabile ricomposizione dell’e- quilibrio, migliore o peggiore di quello iniziale, ma da quest’ultimo sicuramente differente. Tale equilibrio costituirà la situazione finale e cioè la conclusione della storia.
1. La successione degli eventi
• Fabula e intreccio. Esistono due modi fondamentali per narrare una storia: in base all’ordine naturale degli eventi, cioè riferendo gli eventi secondo l’or- dine in cui si sono verificati nella realtà, oppure in base a un ordine artificia- le, che ne modifica la successione reale, presentando prima gli eventi che cronologicamente o logicamente verrebbero dopo. Si distinguono pertanto due diversi piani narrativi: la fabula (o storia), che rispetta l’ordine naturale degli eventi, e l’intreccio (o narrazione), che invece li dispone secondo la scelta arbitraria dell’autore.
- I nuclei narrativi. In ogni testo narrativo troviamo una serie di informazio- ni: alcune sono indispensabili per capire lo svolgimento della storia, altre in- vece aggiungono particolari meno importanti, e tuttavia utili a comprendere meglio determinate situazioni. Le prime costituiscono gli eventi essenziali, le seconde gli eventi accessori. Ogni evento essenziale, in concorso ai relativi eventi accessori, forma un nucleo narrativo, cioè una porzione di testo più o meno completa, che sviluppa una parte ben precisa del racconto.
- Le sequenze. Un altro sistema di scomposizione del testo narrativo è attua- bile mediante l’individuazione di sequenze, che sono dei segmenti di testo, inferiori rispetto ai nuclei narrativi per estensione e complessità, forniti di senso logico compiuto. Le sequenze cambiano quando entra in scena un nuovo personaggio o c’è una variazione di tempo e di luogo.2. Tempo e spazioNell’economia (ordine che regola la disposizione delle varie parti) di un testo narrativo grande importanza assume la dimensione temporale: gli eventi nar- rati si collocheranno naturalmente in una determinata epoca storica (il tempo della storia) e la narrazione stessa si snoderà in un certo arco di tempo (la du- rata della storia). È chiaro che la durata narrativa degli eventi narrati (corri- spondente grosso modo al tempo necessario per la lettura del testo) non coin- cide quasi mai con la loro durata reale, cioè quella che essi avrebbero se acca- dessero realmente (fatta eccezione per le sequenze dialogate o scene nelle qua- li durata narrativa e durata reale coincidono).Il narratore, la voce che racconta gli avvenimenti (→ Tecniche di lettura, pag. 109), per ovvie ragioni narrative, contrae o altera il tempo reale e per farlo si avvale di un ampio numero di espedienti tecnici, riconducibili a quattro tipolo- gie fondamentali:
- il sommario: periodi più o meno lunghi vengono sintetizzati in poche righe;
- l’ellissi: interi periodi di tempo, anche molto lunghi, vengono del tutto igno- rati (in tal caso, si potranno trovare espressioni come «l’anno successivo…», «dieci anni dopo…», «terminato l’esilio…» ecc.);
- l’analisi: periodi di tempo perlopiù molto brevi vengono dilatati, abbraccian- do un tempo narrativo più ampio di quello reale;
- la digressione: la narrazione s’interrompe per dare modo al narratore di sof- fermarsi sulla descrizione dei personaggi, dei luoghi o del contesto storico della vicenda.
Il narratore, inoltre, potrà interrompere il racconto dei fatti per narrare qualcosa che è accaduto prima (analessi o flash-back) oppure per anticipare quanto av- verrà in seguito (prolessi).
La scelta dei luoghi in cui inserire le idee e le azioni dei personaggi di un testo narrativo non è casuale; essa piuttosto è il frutto di una precisa scelta funzionaleall’economia generale della narrazione: un luogo ha una funzione narrativa quan- do non funge da semplice sfondo alla vicenda ma interagisce con essa oppure una funzione simbolica se viene utilizzato per esprimere un’idea o un concetto in rela- zione alla situazione narrativa e ai personaggi. Gli stessi luoghi intervengono spes- so in funzione della caratterizzazione psicologica di questi ultimi, riflettendone un modo d’essere o rappresentandone una particolare situazione emotiva.
3. I personaggi: ruolo, funzione e caratteristiche
Ogni testo narrativo presenta generalmente un vero e proprio sistema di perso- naggi, all’interno del quale ognuno di essi ricopre un determinato ruolo, più o meno importante. A seconda del ruolo, i personaggi di un testo narrativo si di- stinguono in:
- personaggi principali, che svolgono un ruolo centrale nella vicenda e sui quali si concentra maggiormente l’attenzione;
- personaggi secondari, che hanno un ruolo di secondo piano e quindi una rilevanza minore rispetto ai personaggi principali, ma talvolta possono inci- dere sensibilmente sulla situazione o sul comportamento di questi ultimi;
- comparse, che servono solo a definire un ambiente o una situazione e non incidono minimamente sullo sviluppo della vicenda narrata.Oltre ad avere un ruolo, i personaggi ricoprono, nell’ambito della vicenda narra- ta, anche una specifica funzione, in base alla quale si possono riconoscere:
- il protagonista (o eroe o soggetto): il personaggio principale, che si pone al centro della narrazione anche quando non compare direttamente in scena. Gli eventi che lo riguardano prendono avvio dalla rottura dell’equilibrio ini- ziale in cui vive, a causa di un mutamento esterno oppure di un suo bisogno o desiderio;
- l’antagonista: il personaggio che contrasta il protagonista e gli si oppone concretamente o sul piano psicologico. Spesso è l’artefice della rottura dell’equilibrio iniziale, ma può comparire anche a vicenda iniziata: in ogni caso, è sempre il motore dello sviluppo dell’azione;
- l’oggetto: il personaggio che incarna, talvolta inconsapevolmente, lo sco- po dell’impegno o del desiderio del protagonista, contrastato in ciò dal- l’antagonista;
- l’aiutante: il personaggio che assiste, aiuta e protegge il protagonista, soste- nendolo nella realizzazione delle sue imprese;
- l’oppositore: il personaggio che di solito è l’aiutante dell’antagonista e vi si unisce nel tentativo di ostacolare il protagonista. L’oppositore, tuttavia, può agire di sua iniziativa e addirittura schierarsi dalla parte di quest’ultimo;
- il destinatore: il personaggio che propone al protagonista lo scopo da con- seguire (si pensi, nelle fiabe, al re che spinge l’eroe a compiere un’impresa in cambio di un premio);
- il destinatario: è il personaggio in cui si materializza l’oggetto del conten- dere tra protagonista e antagonista (nella stessa fiaba potrebbe essere la principessa che il re concede in moglie all’eroe, se questi avrà realizzato la propria impresa).Un ultimo modo di classificare i personaggi è quello di distinguerli tra perso- naggi statici e dinamici.
- I personaggi statici sono quelli che nel corso della storia non subiscono mutamenti di alcun tipo, né fisici, né psicologici, né di condizione sociale.
- I personaggi dinamici sono quelli che si modificano o dal punto di vista fi- sico o dal punto di vista psicologico o ancora passano da uno stato sociale a un altro.