Vita e opere
Nacque a Genova il 12 ottobre 1896 da Domenico, detto Domingo, e da Giuseppina Ricci, ultimo di sei fratelli: gli altri cinque (Salvatore, Ugo, Ernesto, morto poco dopo la nascita, Alberto e Marianna) avevano visto la luce tra il 1885 e il 1894. Il 25 novembre ricevette il battesimo nella chiesa parrocchiale di S. Tomaso Apostolo da don F. Dellacasa.
La Genova dei suoi anni infantili è stata così commemorata dal M. nel 1968, a quarant’anni dal definitivo congedo dalla città, nella importante prosa Genova nei ricordi di un esule: «Quando io venni al mondo Genova era una delle più belle e tipiche città italiane. Aveva un centro storico ben conservato e tale da conferirle un posto di privilegio tra le villes d’art del mondo; una circonvallazione più moderna dalla quale il mare dei tetti grigi d’ardesia lasciava allo scoperto incomparabili giardini pensili; e a partire dalla regale via del centro una ragnatela di caruggi che giungeva fino al porto» (cfr. E. Montale, Il secondo mestiere(d’ora in poi ISM), Prose 1920-1979, II, a cura di G. Zampa, Milano 1996, p. 2873).
Nell’ottobre 1902 venne iscritto alla scuola elementare maschile Ambrogio Spinola, che frequentò fino alla quarta classe trascorrendo le vacanze estive nella villa di Monterosso, fatta costruire dal padre Domenico, insieme con altri parenti, in località Fegina (la «casa delle due palme» cui si intitolerà una delle prose di Farfalla di Dinard primamente apparsa nel Corriere d’informazione il 9-10 febbr. 1948). All’inizio dell’anno scolastico 1906-07 si trasferì alla scuola Giano Grillo, dove conseguì la licenza elementare. Dal 17 genn. 1908 frequentò come convittore la prima tecnica presso l’istituto Vittorino da Feltre gestito dai barnabiti (rettore padre R. Trabattoni, vicerettore padre G. Semeria, in odore di modernismo non diversamente da padre G. Trinchero, amico di famiglia dei Montale).
Il 21 maggio 1908 ricevette la cresima dall’arcivescovo di Genova mons. E. Pulciano, il 5 maggio 1910 la prima comunione. Respinto, ripeté la terza tecnica nell’anno scolastico 1910-11. Conseguita la licenza delle scuole tecniche il 9 luglio 1911, si iscrisse all’istituto tecnico Vittorio Emanuele II.
Il 25 giugno 1915 ottenne il diploma di ragioniere e incominciò a svolgere una discontinua attività impiegatizia presso la ditta G.G. Montale e C., che il padre conduceva insieme con i cugini Domenico e Lorenzo: l’azienda, che aveva sede in piazza Pellicceria, 5/10, si occupava del commercio di colori e altri prodotti chimici.
Nel corso degli ultimi anni della scuola media superiore divenne più stretto il rapporto di complicità intellettuale stabilito con la sorella Marianna, studentessa di filosofia all’Università di Genova: «la prima – ha scritto Gianfranco Contini nella bandella editoriale del Diario del ’71 e del ’72 (Milano 1973) – delle tante figure protettive di donna che si chinarono su questo introverso»; certo la prima e la più congeniale lettrice delle più remote prove poetiche del Montale.
Firmandolo con il nome dell’amico Vittorio Guerriero, il 28 apr. 1916 il M. pubblicò nel quotidiano genovese Il Piccolo il suo articolo di data più alta: una recensione alla prima rappresentazione del Mameli di R. Leoncavallo, andata in scena la sera precedente al teatro Carlo Felice. Tra il febbraio e l’agosto 1917 tenne un diario (trascritto e pubblicato postumo da L. Barile con il titolo Quaderno genovese, Milano 1983): superstite documento di una sua consuetudine con le varie forme delle scritture dell’io della quale non sono rimaste altre attestazioni. Strinse amicizia con lo scrittore e critico d’arte M. Bonzi, occasionalmente presente sulle pagine della rivista di M. Novaro La Riviera ligure (che il M. leggeva abitualmente senza tuttavia collaborarvi).
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, «mandato rivedibile» tre volte (il 19 ott. 1915, il 12 luglio 1916 e il 12 febbr. 1917) e infine arruolato il 31 ag. 1917 come «Soldato di leva 1ª categoria classe 1899 distretto Genova quale rivedibile per debolezza di costituzione delle classi 1896-97-98 in seguito a visita d’osservazione all’Ospedale militare principale di Genova» (così lo stato di servizio), fu chiamato alle armi l’8 settembre presso il 23° reggimento fanteria (distaccamento di Oleggio). «Allievo aspirante ufficiale di complemento nella Scuola d’applicazione fant.[eria]» di Parma, vi frequentò un corso accelerato come allievo ufficiale e incontrò S. Solmi, F. Meriano, C. Cerati, E.L. Crovella, M. Manni. «Giunto in territorio dichiarato in istato di guerra» il 14 apr. 1918, sottotenente di complemento dal 1° luglio, combatté in Vallarsa nel 158° reggimento fanteria (che con il 157° formava la brigata Liguria) ed entrò a Rovereto il 3 nov. 1918. Dopo un primo trasferimento a Kiens, in Val Pusteria, e un secondo presso il distaccamento prigionieri di guerra di Eremo di Lanzo (Torino), venne mandato al deposito di Genova e il 26 maggio 1920 fu congedato con il grado di tenente conferitogli il 22 sett. 1919 con anzianità 16 maggio.
La partecipazione alla Grande Guerra sarà sottoposta dal M. a un pressoché ininterrotto processo di rimozione, o preterizione: non più che labili indizi offrono in tal senso l’osso «breve» Valmorbia, discorrevano il tuo fondo… (callidamente parafrasato in una intervista rilasciata dal M. a M. Cancogni, che la pubblicò su La Fiera letteraria il 7 nov. 1968, nel cinquantesimo anniversario della fine del conflitto) e alcune sparse «conversazioni» degli anni tardi.
Tornato alla vita civile, il M. frequentò scrittori e artisti operanti a Genova o in Liguria (A. Barile, A. Grande, C. Sbarbaro, F. Messina, O. Saccorotti) e studiò privatamente canto con l’ex baritono E. Sivori.
Nel corso dell’estate 1920 incontrò a Monterosso la sedicenne Anna degli Uberti, che con la famiglia trascorreva le vacanze nella villa di proprietà del cugino del M., Lorenzo (quella del 1923 sarebbe stata l’ultima estate passata da Anna a Monterosso; a far data dal 1926 la costruzione del mito di Arletta-Annetta avrebbe indotto il M. ad alterarne lo stato civile collocandone la scomparsa all’uscita dall’adolescenza; Anna degli Uberti morì, in realtà, nel 1959). Nel quotidiano L’Azione di Genova, diretto da O. Raimondo, il 10 novembre recensì Trucioli di Sbarbaro. Il 15 giugno 1922 pubblicò sul n. 2 di Primo Tempo, la rivista torinese di G. Debenedetti, la poesia Riviere e la suite Accordi (sensi e fantasmi di una adolescente). Ancora in Primo Tempo (n. 4-5, agosto-settembre) uscirono, con il titolo L’agave su lo scoglio, le composizioni Scirocco, Tramontana e Maestrale. Dal 1923 occuparono uno spazio molto rilevato nella vita e nell’opera del M. due donne meno giovani di Anna degli Uberti: Bianca Fochessati, già allora legata allo scultore F. Messina, e Paola Nicoli. La morte di E. Sivori (25 luglio 1923) pose fine all’apprendistato musicale del Montale. A dicembre stampò nel n. 9-10 di Primo Tempo un saggio su E. Cecchi. Nell’inverno 1923-24 incontrò a Genova il triestino Roberto (Bobi) Bazlen, che sottotraccia fu per più di quarant’anni uno dei suoi capitali interlocutori. A partire dal 1° maggio 1924 entrò a far parte delle firme sulla terza pagina de Il Cittadino, giornale cattolico di Genova. Con il titolo Ossi di seppia, il 31 maggio pubblicò cinque poesie (Meriggiare pallido e assorto…; Non rifugiarti nell’ombra…; Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida…; Mia vita, a te non chiedo lineamenti…; Portami il girasole ch’io lo trapianti…) nella rivista milanese Il Convegno di E. Ferrieri. Conobbe a Viareggio lo scrittore E. Pea, a Carrara il drammaturgo C.V. Lodovici.
Nel gennaio 1925 il M. scrisse per Il Baretti di P. Gobetti l’articolo Stile e tradizione; dal 28 marzo collaborò al quotidiano Il Lavoro di Genova, dal febbraio-aprile a La Rassegna, dall’aprile a L’Esame. Il 10 maggio 1925 il nome del M. apparve su Il Mondo di A. Cianca e G. Amendola nel secondo elenco dei sottoscrittori del «contromanifesto» redatto da B. Croce in risposta al manifesto gentiliano degli intellettuali fascisti. Nella seconda metà di giugno, grazie alla mediazione di Lodovici e Solmi, nelle edizioni Gobetti vide la luce la prima raccolta poetica del M., con un titolo, Ossi di seppia, che sostituiva l’originario Rottami: nel quadro dell’accoglienza complessivamente tiepida riservata al libro dalla critica spicca l’apertura di credito concessagli da C. Linati (Il Convegno, 30 giugno – 30 luglio 1925), da A. Grande (Il Giornale di Genova, 15 agosto) e da E. Cecchi (Il Secolo, 31 ottobre; Il Secolo XX, novembre).
A vent’anni dalla prima edizione di Ossi di seppia, il M. avrebbe chiarito il senso profondo del suo libro d’esordio nell’«intervista immaginaria» Intenzioni, ospitata nel gennaio 1946 in La Rassegna d’Italia di F. Flora: «Ubbidii a un bisogno di espressione musicale. Volevo che la mia parola fosse più aderente di quella degli altri poeti che avevo conosciuto. Più aderente a che? Mi pareva di vivere sotto a una campana di vetro, eppure sentivo di essere vicino a qualcosa di essenziale. Un velo sottile, un filo appena mi separava dal quid definitivo. L’espressione assoluta sarebbe stata la rottura di quel velo, di quel filo: una esplosione, la fine dell’inganno del mondo come rappresentazione. Ma questo era un limite irraggiungibile. E la mia volontà di aderenza restava musicale, istintiva, non programmatica. All’eloquenza della nostra vecchia lingua aulica volevo torcere il collo, magari a rischio di una controeloquenza» (ISM, Arte, musica, società, a cura di G. Zampa, Milano 1996, p. 1480).
Intorno alle implicazioni «filosofiche» della propria poesia il M. aveva osservato poco prima: «forse negli anni in cui composi gli Ossi di seppia (tra il ’20 e il ’25) agì in me la filosofia dei contingentisti francesi, del Boutroux soprattutto, che conobbi meglio del Bergson, Il miracolo era per me evidente come le necessità» (ibid., p. 1479). Di tale dialettica tra «miracolo» e «necessità», trascendenza e immanenza, che governa l’intera opera del M. la prima silloge poetica fornisce un sintomatico referto, coniugando «musica» e «idee» su una linea non immemore della lezione del simbolismo francese e dei modelli italiani cronologicamente e talora topograficamente finitimi, o meno distanti (come G. Pascoli, G. D’Annunzio, G. Gozzano, C. Govoni, G. Boine, Sbarbaro). Specialmente l’«attraversamento» di D’Annunzio (e, specificamente, del D’Annunzio di Alcione) appare come la stella polare di un esercizio poetico che, a specchio dell’aspro paesaggio della Liguria di Levante, sembra aspirare a rovesciare il paradigma dannunziano dando corso a un ininterrotto dialogo con i morti alla cui radicalizzazione nelle composizioni aggiunte alla seconda edizione del libro (Torino 1928), introdotta da A. Gargiulo, cospireranno anche le letture di L. Šestov e del J. Joyce di Dubliners.
Il numero di novembre-dicembre dell’Esame accolse l’Omaggio a Italo Svevo che, firmato dal M., proiettava su uno scenario internazionale l’autore de La coscienza di Zeno anticipando di poco la parallela «promozione» del grande scrittore triestino condotta in Francia da B. Crémieux. Dal 30 genn. 1926 lavorò per Il Quindicinale, da giugno per L’Italia che scrive, dal 19 settembre per La Fiera letteraria, da dicembre per Solaria. Il 17 genn. 1927 incominciò a scrivere per il giornale milanese L’Ambrosiano.
Assunto come impiegato dall’editrice E. Bemporad, a febbraio si trasferì a Firenze nella pensione Colombini di via del Pratellino 7. A una prima faticosa approche al mondo culturale fiorentino seguì molto presto la stabile conquista, da parte del M., di una speciale, e per certi versi inopinata, autorevolezza, che gli conferì un «ruolo» centrale nel mondo letterario e artistico che faceva riferimento a Solaria. Dal 27 apr. 1928 ebbe inizio la corrispondenza del M. con l’amica Lucia Morpurgo, triestina, dal 1930 moglie del pittore ligure di origine greca P.S. Rodocanachi.
Il 26 marzo 1929 il M. fu nominato direttore del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux, in sostituzione di B. Tecchi, che lasciò la direzione un mese più tardi, il 30 aprile. A partire da giugno collaborò alla rivista mensile Pègaso diretta da U. Ojetti (sull’altro periodico di Ojetti, Pan, il M. avrebbe scritto dal 1° dic. 1933). Si trasferì quale ospite pagante nella casa del critico d’arte M. Marangoni e della moglie Drusilla Tanzi. Nel mese di agosto si recò a Chamonix, a settembre a Parigi. Tra il 1929 e il 1930 conobbe Maria Rosa Solari, la «giovane pantera peruviana» che il 9 luglio 1938 avrebbe sposato il segretario federale di Genova del Partito nazionale fascista (PNF), G. Molfino. Nel 1931 pubblicò a Lanciano la terza edizione di Ossi di seppia, con una copertina del pittore Scipione (G. Bonichi). Con la poesia La casa dei doganieri il 27 maggio vinse il premio dell’Antico Fattore. Il 9 giugno morì a Genova il padre del Montale. Nel 1932 stampò a Firenze La casa dei doganieri e altri versi. Ad agosto viaggiò tra Germania e Austria. Reca la data dell’8 giugno 1933 la prima lettera, che inaugurò un’amicizia di lunghissimo corso (quasi mezzo secolo), indirizzata dal M. a G. Contini per ringraziarlo del saggio Introduzione a E. M., apparso nella Rivista rosminiana del gennaio-marzo 1933.
Trascorse in Inghilterra il mese di agosto del 1933 insieme con Drusilla Tanzi: qualche giorno prima della partenza, il 15 luglio, aveva incontrato nel palazzo di Parte Guelfa, allora sede del Gabinetto Vieusseux, la giovane studiosa statunitense Irma Brandeis, destinata a occupare uno spazio decisivo nella sua vita e nei suoi versi. Si rividero ancora, per brevissimi periodi, nel corso dell’estate del 1934 e, infine, del 1938.
Dal gennaio 1937 collaborò alla nuova rivista Letteratura, fondata e diretta da A. Bonsanti, dal 1° ott. 1938 a Campo di Marte di A. Gatto e V. Pratolini. A pochi giorni dal definitivo distacco del M. da Irma Brandeis, ripartita alla volta degli Stati Uniti, il 15 ott. 1938 morì di cancro a Genova, a quarantaquattro anni, la sorella Marianna, evocata a sei anni di distanza nel secondo (11 agosto 1944) dei Due madrigali fiorentini poi accolti in La bufera e altro. Il 1° dicembre il consiglio di amministrazione del Gabinetto Vieusseux deliberò di dispensare il M. dal ruolo di direttore.
Nell’aprile 1939 si trasferì con Drusilla Tanzi in un appartamento all’ultimo piano di viale Duca di Genova (oggi viale Giovanni Amendola) 38/A. Tra maggio e giugno era intanto irreparabilmente fallito il progetto di raggiungere Irma Brandeis: si fonda anche su quello scacco esistenziale la straordinaria operazione mitopoietica che ha consentito al M. di «convertire» Irma in Clizia promovendola a protagonista assoluta delle Occasioni (la seconda raccolta poetica del M., pubblicata a Torino il 14 ott. 1939) e, in larga misura, della Bufera.
Le Occasioni segnarono per il M. la fuoruscita dal simbolismo degli anni di formazione e l’approdo a una poesia allegorica mediato da Dante e da T.S. Eliot: il quale ultimo non è senza rapporto con l’attenzione sempre più viva rivolta dal M. a W. Blake, a R. Browning, a D.G. Rossetti, a G.M. Hopkins. Di là dalla trama foltissima dei riferimenti culturali, d’ordine iconico-figurale non meno che letterario, «la maggior novità del libro – ha scritto Mengaldo – è certo nel personaggio di Clizia: donna, molto più che angelica, numinosa, del nume concentra in sé i predicati opposti: luminosità, pulsione celestiale a salvare, estraneità al mondo, ma anche assenza, freddezza, durezza, tratti demoniaci. In questo personaggio Montale sviluppa potentemente il motivo, già accennato negli Ossi, della donna salvifica, ma senza alcun retrogusto neostilnovista o preraffaellita: sensibilità a parte, il fatto che Clizia non dispensa salvezza, è salvezza oltremondana che i mondani possono solo intravvedere e inseguire; la distanza dal mondo e dallo stesso deuteragonista, l’indeterminatezza – che può essere, letteralmente, fulminante – delle apparizioni e degli incontri, la chiusura in sé ecc., che la caratterizzano, significano anche questo» (P.V. Mengaldo, La tradizione del Novecento. Quarta serie, Torino 2000, p. 85).
Tra il 1939 e il 1943 il M. collaborò a Domus, Corrente, Oggi, Tempo, La Ruota, Primato, Prospettive, Lettere d’oggi, Parallelo, svolgendo un’assidua attività di traduttore dall’inglese e dallo spagnolo inaugurata da La battaglia di J. Steinbeck (1940) e in parte confluita nelle antologie Teatro spagnolo di E. Vittorini, Narratori spagnoli di C. Bo (1941), Americana di E. Vittorini (1942). Tra il 1941 e il 1947 apparvero anche le versioni di Il mio mondo è qui di Dorothy Parker, La storia di Billy Budd di H. Melville, Strano interludio di E. O’Neill (che avrebbe procurato al M. una lunga vertenza giudiziaria con una traduttrice rivale, Bice Chiappelli), Al dio sconosciuto di Steinbeck, Il volto di pietra di N. Hawthorne. Nel 1941, sottoposto a visita medica nell’ospedale militare di Firenze, era stato intanto congedato per «sindrome neuropsicastenica costituzionale». Il 25 ott. 1942 morì a Monterosso la madre, che nella casa sul mare si era trasferita per mettersi al riparo dai bombardamenti che colpivano Genova (a pochi giorni dalla scomparsa il M. le dedicò la poesia A mia madre). Il 24 giugno 1943, giorno di S. Giovanni, per iniziativa dell’amico Contini, dal 1938 professore di filologia romanza all’Università di Friburgo, e dell’avvocato svizzero Pino Bernasconi, uscì a Lugano Finisterre.
Nell’autointervista Intenzioni il M. ha nitidamente fissato l’orizzonte storico di Finisterre 1943: «Il libricino, con quell’epigrafe di d’Aubigné, che flagella i prìncipi sanguinarii, era impubblicabile in Italia, nel ’43. Lo stampai perciò in Svizzera e uscì poco prima del 25 luglio» (ISM, Arte…, cit., p. 1483), anche se non va dimenticato che quattordici delle quindici composizioni di Finisterre avevano visto la luce, tra il 1940 e il 1943, nei maggiori periodici italiani, Primato di G. Bottai non escluso. È, paradossalmente, la «somma» degli addendi a rendere potenzialmente trasgressiva la compagine del libretto dopo che la prima stampa dei singoli membri era stata tollerata senza problemi dalla censura fascista.
Di Intenzioni non dovrà comunque essere perduta di vista l’anticipata illuminazione del retroterra della terza raccolta La bufera e altro (Venezia 1956), che proprio le quindici poesie di Finisterre apriranno: «Le Occasioni erano un’arancia, o meglio un limone a cui mancava uno spicchio: non proprio quello della poesia pura nel senso che ho indicato prima, ma in quello del pedale, della musica profonda e della contemplazione. Ho completato il mio lavoro con le poesie di Finisterre, che rappresentano la mia esperienza, diciamo così, petrarchesca. Ho proiettato la Selvaggia o la Mandetta o la Delia (la chiami come vuole) dei Mottetti sullo sfondo di una guerra cosmica e terrestre, senza scopo e senza ragione, e mi sono affidato a lei, donna o nube, angelo o procellaria. Il motivo era già contenuto e anticipato nelle Nuove Stanze, scritte prima della guerra. Non ci voleva molto a essere profeti. Si tratta di poche poesie, nate nell’incubo degli anni ’40/’42, forse le più libere che io abbia mai scritte, e pensavo che il loro rapporto col motivo centrale delle Occasioni fosse evidente. Se avessi orchestrato e annacquato il mio tema sarei stato capito meglio. Ma io non vado alla ricerca della poesia, attendo di esserne visitato. Scrivo poco, con pochi ritocchi, quando mi pare di non poterne fare a meno. Se neppur così si evita la retorica vuol dire ch’essa è (almeno da me) inevitabile» (ibid., pp. 1482 s.).
Nel terribile inverno 1943-44 il M. incontrò a Firenze, e fu loro fraternamente vicino, U. Saba e C. Levi, che nella casa-pensione di Anna Maria Ichino in piazza Pitti 14 attendevano, rispettivamente, alla prima redazione del grande saggio autocritico che sarebbe stato Storia e cronistoria del Canzoniere e alla stesura di Cristo si è fermato a Eboli. Nei giorni dell’«emergenza», alla vigilia della liberazione di Firenze (10-11 ag. 1944), partecipò alla lotta antifascista clandestina e fu nascosto da Pompeo Biondi nella sua abitazione di via Cavour 81.
Nel settembre 1944 Drusilla Tanzi venne colpita da una grave forma di spondilite che l’avrebbe costretta a ricoverarsi presso la clinica Palumbo (l’episodio è al centro di Ballata scritta in una clinica, compresa in La bufera e altro). Il 19-20 sett. 1944 ebbe inizio la collaborazione del M. a La Nazione del Popolo, quotidiano del Comitato toscano di liberazione nazionale, e, successivamente, ad altri giornali e periodici fiorentini come il Corriere del mattino, La Patria, il Corriere della radio. Il CLN toscano lo chiamò a far parte del Comitato per la cultura e l’arte. La sua domanda di iscrizione alla sezione fiorentina del Partito d’azione (PdA; garanti R. Ramat ed Eleonora Turziani) venne accolta il 29 novembre e registrata il 1° dic. 1944. Insieme con Bonsanti, A. Loria, L. Scaravelli (segretario di redazione G. Zampa) fondò a Firenze il quindicinale politico-letterario Il Mondo (7 apr. 1945), il cui primo numero riprodusse la conversazione dal titolo Il fascismo e la letteratura tenuta dal M. a Radio Firenze il 15 marzo; tra il 1944 e il 1946 ne accolsero versi e prose le riviste Mercurio di Alba de Céspedes, Poesia di E. Falqui, Il Ponte di P. Calamandrei e i settimanali Il Politecnico di E. Vittorini e La Lettura di F. Sacchi. Nell’aprile 1945 uscì a Firenze, per cura di G. Zampa, la seconda edizione aumentata di Finisterre.
Durante le vacanze estive trascorse a Vittoria Apuana (Forte dei Marmi) riprese insieme con i pittori milanesi R. De Grada ed E. Treccani un’attività grafica e pittorica iniziata prima della guerra. Sfumato l’incarico di condirettore dell’edizione milanese del quotidiano del PdA, L’Italia libera (analogo esito ebbe l’ipotesi di affiancare a Roma il direttore dell’edizione nazionale del giornale C. Levi), il M. intervenne nel dibattito sulla Costituente con un editoriale (A proposito di referendum) apparso il 1° nov. 1945 su L’Italia libera romana. Dal 2 genn. 1946 cominciò a scrivere sul Corriere d’informazione (nuova denominazione assunta dal Corriere della sera, in coincidenza con la ripresa delle pubblicazioni, il 22 maggio 1945, poi cambiata, il 7 maggio 1946, in Il Nuovo Corriere della sera). Nel gennaio 1946 destinò a La Rassegna d’Italia la citata «intervista immaginaria» Intenzioni. Dopo il congresso di Roma del PdA (4-8 febbr. 1946) il M. si dimise dal partito (19 febbraio) e aderì all’effimero Movimento della democrazia repubblicana; nell’imminenza del referendum del 2 giugno sostenne con nettezza le ragioni della Repubblica. Nel settembre 1947 (e ancora nel settembre 1948 e nel settembre 1949) partecipò alle Rencontres internationales di Ginevra. In occasione della morte di Gandhi, scrisse, per incarico del direttore del Nuovo Corriere della sera G. Emanuel, l’anonimo editoriale Missione interrotta (31 genn. 1948). La lettera del 30 aprile che formalizzava la proposta di assunzione del M. come redattore del giornale («a far tempo dal 1° aprile» con anzianità lavorativa a decorrere dal 1° ott. 1947) lo indusse a rinunciare definitivamente al progetto, a lungo coltivato, di diventare direttore della sezione lettere e arti dell’UNESCO.
Trasferitosi da Firenze a Milano, durante il 1948 risiedette per qualche mese all’albergo Ambasciatori. A marzo e a giugno si recò in Inghilterra con una delegazione di scrittori che comprendeva tra gli altri A. Moravia ed Elsa Morante. A settembre vide la luce a Milano il Quaderno di traduzioni. In dicembre il M. fu a Beirut, sede della seconda conferenza dell’UNESCO. Il 14 genn. 1949, al termine della conferenza-autopresentazione dal titolo Poeta suo malgrado tenuta al teatro Carignano di Torino, incontrò Maria Luisa Spaziani (Volpe), alla quale in La bufera e altro sono dedicati i Madrigali privati. Dell’originario progetto della terza opera poetica, che si sarebbe dovuta intitolare Romanzo (1940-1950), è traccia in una lettera a G. Macchia del 4 nov. 1949 alla quale è allegato l’indice. Nel luglio 1950 il M. venne inviato dal Nuovo Corriere della sera all’inaugurazione della linea aerea Roma-New York-Roma. Ad agosto seguì a Strasburgo i lavori del Consiglio d’Europa. A settembre soggiornò in Bretagna. L’ultimo giorno di quel mese la giuria attribuì il premio San Marino 1950 al dattiloscritto del M. 47 poesie (1940-1950), principalissimo tra gli incunabuli della Bufera solo di recente riemerso dalle carte di E. Falqui per merito di Silvia Morgani (se ne veda il saggio Di un archetipo della «Bufera» nel numero monografico a cura di U. Fracassa, dal titolo Mezzo secolo di «Bufera», della rivista Trasparenze, 2007, n. 30, pp. 7-28). Nell’autunno 1951 il M. si stabilì in via Bigli 11. Nel corso del Congresso internazionale per la libertà della cultura, compreso nella serie di manifestazioni dedicate a «L’opera del XX secolo», il 21 maggio 1952 tenne al Centre des relations internationales di Parigi la conferenza La solitudine dell’artista (in opuscolo, Roma 1952). Ritornò a Parigi nel marzo-aprile 1953. Nel corso del convegno Romanzo e poesia di ieri e di oggi: incontro di due generazioni, organizzato da G. Ravegnani a San Pellegrino Terme dal 16 al 19 luglio 1954, presentò la figura e l’opera poetica di L. Piccolo. Dal 15-16 sett. 1954 assunse l’incarico di critico musicale del Corriere d’informazione che avrebbe assolto fino all’11-12 marzo 1967. Nell’agosto 1955 si recò in Normandia.
Il 15 giugno 1956 pubblicò a Venezia il suo terzo libro di versi, La bufera e altro, e il 29 settembre ricevette il premio Marzotto per la poesia. Il 20 dic. 1956, ancora a Venezia, uscì la raccolta di prose Farfalla di Dinard, poi significativamente ampliata nella seconda (Milano 1960) e nella quarta edizione (ibid. 1969).
In una notevole intervista apparsa nel primo numero (autunno 1960) della rivista Quaderni milanesi il M. avrebbe rivendicato da una parte la novità costituita dal suo terzo volume di versi («Il mio libro del ’56, La bufera e altro, non ripete i precedenti») e insistito, dall’altra, su una frustrata aspirazione alla forma-romanzo della quale i «racconti» di Farfalla di Dinardcostituirebbero una sorta di versione tra ridotta e vicaria: «È vero che avrei voluto scrivere un romanzo: ma non l’ho mai neppure incominciato. Avrei bisogno di molto tempo libero, di molta meditazione e anche di molte ricerche (d’ambiente). Ho in me la cellula iniziale, ancora troppo oscura. Qualche approssimazione a pagine di ciò che potrebbe essere un mio romanzo (mai un antiromanzo) si potranno trovare nella mia Farfalla di Dinard, di cui uscirà presto da Mondadori un’edizione raddoppiata» (ISM, Arte…, p. 1604).
Il 9 nov. 1959 a Milano il ministro plenipotenziario di Francia J.-M. Soutou consegnò al M. la Legion d’onore. Nel maggio 1962 fu invitato in Grecia dall’Istituto italiano di cultura. Il 23 luglio sposò con rito religioso Drusilla Tanzi, sua compagna da oltre trent’anni, nella parrocchia di S. Ilario a Montereggi (Fiesole). Il 7 dicembre alla Piccola Scala di Milano gli venne consegnato il Premio internazionale Antonio Feltrinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei. Cinque composizioni poetiche apparvero a Verona sotto il titolo Satura (con il volume del 1971 l’edizione non venale stampata per le nozze di Alessandra Fagiuoli e Gabriele Crespi, celebrate a Formia il 22 dic. 1962, condivide soltanto il titolo). In occasione del Natale 1962 – Capodanno 1963 il M. stampò a Milano Accordi & Pastelli. Il 30 apr. 1963 sposò a Firenze con rito civile Drusilla Tanzi, che in agosto a causa di una caduta si fratturò il femore e il 20 ottobre morì al policlinico di Milano. Rimase accanto al M. fino alla sua morte la fedele governante Gina Tiossi. Nei primi giorni del gennaio 1964 fu inviato dal Corriere della sera al seguito di Paolo VI in Terrasanta. Il 24 apr. 1965 tenne la relazione finale al Congresso internazionale di studi danteschi nel salone dei Cinquecento del fiorentino palazzo Vecchio. Il 28 ottobre celebrò il centenario di Dante a Parigi presso la Maison de l’UNESCO. Nel 1966 pubblicò a Milano il racconto autobiografico Il colpevole(già uscito nel 1947, con il sottotitolo Quasi una fantasia, sul numero unico triestino Ponterosso); a Bari le lettere inviate a e ricevute da Svevo (ristampate a Milano nel 1976); a Milano la raccolta di saggi e articoli sparsi di argomento etico-politico Auto da fé. Cronache in due tempi; a San Severino Marche, in cinquanta esemplari, Xenia, la serie di composizioni poetiche dedicate alla moglie morta successivamente riprese in Satura (all’allestimento del carteggio M.-Svevo, ad Auto da fé e a Xenia collaborò semisegretamente G. Zampa).
Il 17 genn. 1967 il M. fu festeggiato a Parigi all’Istituto italiano di cultura in occasione dell’edizione francese delle sue poesie. Il 13 giugno venne nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica G. Saragat. A settembre traslocò dal civico 11 al 15 di via Bigli. Nel 1969 diede alle stampe una selezione di corrispondenze di viaggio intitolata Fuori di casa (Milano-Napoli ). Nel gennaio 1971 a Milano apparve Satura.
In un’intervista concessa a M. Miccinesi per il periodico Uomini e libri dell’aprile 1971 il M. indicò con la consueta autoironica intelligenza la differenza specifica della sua quarta raccolta di versi: «Se il poeta Montale fosse morto dopo La bufera nessuno avrebbe parlato di immatura scomparsa. Ma non è morto, e quando ha ripreso a scriver versi, dopo molti anni di prosa-prosa la necessità di mostrare l’envers du décor gli si è imposta inesorabilmente. Così faceva Fregoli quando rivelava ciò che accadeva nel retroscena. Debbo però aggiungere che io non ero del tutto conscio di ciò che mi stava accadendo. Nel caso di Satura si può ben affermare che lo stile è stato “la cosa” intendendo per tale l’urgenza di una materia irriducibile a un colore unico, a un ritmo uniforme. Qualcuno noterà nel libro una composizione “diaristica”, l’urgenza di non trascurare alcun particolare. Tuttavia questa osservazione non esaurisce il libro. In un certo senso la spinta che mi sostenne nei pochi mesi di composizione (pochi anche se distribuiti in quattro anni) fu di ordine musicale. Volevo buttar fuori una costellazione di “armoniche” tale da rendere inutili gli alti e i bassi della lirica tradizionalmente alta. Ciò è presente anche in qualche lirica più fedele alla musica della Bufera e delle Occasioni. Ma si sente che anche queste poesie non sono quelle di ieri» (ISM, Arte…, pp. 1702 s.).
Sempre nel 1971 videro la luce a Milano La poesia non esiste, Seconda maniera di Marmeladov, Diario del ’71; nel 1972 a Milano Nel nostro tempo, a Verona Il poeta. Diario; nel 1973 a Milano Trentadue variazioni e Diario del ’71 e del ’72.
Il 23 ott. 1975 venne diffusa la notizia dell’assegnazione al M. del Nobel per la letteratura. Il 10 dicembre fu insignito del premio a Stoccolma. Il 12 dicembre pronunciò all’Accademia di Svezia il discorso È ancora possibile la poesia? (Stockholm-Roma 1975). Per il Natale 1975 – Capodanno 1976 fece uscire a Milano 8 poesie. Nel 1976 furono stampati a Bologna, a cura di A. Brissoni, il saggio Michelangelo poeta e a Milano, per cura di G. Zampa, gli scritti Sulla poesia. Il 28 apr. 1977 il M. incontrò a Milano J.L. Borges. Dello stesso anno, ancora impressi a Milano, sono Quaderno di quattro anni e Tutte le poesie. Il 29 ottobre al M. fu conferita la cittadinanza onoraria di Firenze. Il 29 marzo 1978 a Milano nella sede dell’USIS (United States Information Service) ricevette dall’ambasciatore degli Stati Uniti R.N. Gardner la nomina a membro onorario della American Academy and Institute of art and letters. Trascorse l’estate del 1980 a Forte dei Marmi. Il 29 novembre è la data dell’Opera in versi, edizione critica delle poesie e traduzioni poetiche del M. varata a Torino dalla Einaudi per la cura di Rosanna Bettarini e G. Contini: in assoluto la prima che a un autore vivente sia stata consacrata. Cinque anni avanti, ricorrendo il cinquantesimo anniversario di Ossi di seppia, il M. aveva in un certo senso prefigurato l’explicit della storia confidando all’amico G. Zampa: «ho scritto un solo libro, di cui prima ho dato il recto, ora do il verso» (Il Giornale nuovo, 27 giugno 1975). A Firenze nel 1981 G. Spadolini raccolse, del M., I miei scritti sul «Mondo» (Da Bonsanti a Pannunzio); a Milano G. Zampa organizzò Altri versi e poesie disperse.
Ricoverato ai primi di agosto 1981 nella casa di cura S. Pio X di Milano, il M. vi morì il 12 settembre.
Il 14 settembre si svolsero in Duomo i funerali di Stato alla presenza del presidente della Repubblica S. Pertini. Il 15 settembre fu sepolto nel cimitero di San Felice a Ema (Firenze), accanto alla moglie Drusilla Tanzi. Pochi giorni dopo, a ottobre, con il titolo Prime alla Scala apparve a Milano, per cura di G. Lavezzi, un’ampia scelta dei suoi articoli di argomento musicale.
Edizioni: L. Barile aveva offerto un sistematico censimento degli scritti in versi e in prosa (e delle conferenze, interviste, prefazioni, opere grafiche e pittoriche, traduzioni in lingue straniere…) nella sua Bibliografia montaliana (Milano 1977): a oltre trent’anni dalla prima (e unica) uscita, quel libro, certo passibile di rettifiche e «aggiunte», continua a costituire un punto di riferimento fondamentale. Dopo la morte del M., le poesie ordinate da R. Bettarini e G. Contini sono state oggetto di una sistemazione un poco diversa, che ha comportato anche l’addizione di qualche ulteriore specimen «ritrovato», da parte di G. Zampa nel volume dal titolo Tutte le poesie (ibid. 1984), primo dei «Meridiani» Mondadori dedicati al Montale. Non sono comprese, nelle due raccolte citate, le versioni parziale e totale del cosiddetto Diario postumo (prima parte: 30 poesie), a cura e con una postfazione di Annalisa Cima, testo e apparato critico di R. Bettarini, ibid. 1991; 66 poesie e altre, sempre a cura di A. Cima, prefazione di A. Marchese, testo e apparato critico di R. Bettarini, ibid. 1996, la cui autenticità, oppugnata da D. Isella (in Dovuto a M., ibid. 1997), è stata strenuamente asserita dalla curatrice; le composizioni dedotte dal fondo che Gina Tiossi ha generosamente destinato al Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia (La casa di Olgiate e altre poesie, a cura di R. Cremante – G. Lavezzi, ibid. 2006). Antologie di opere del M. hanno curato, tra gli altri, M. Forti (Per conoscere M., ibid. 1976 e successive ristampe accr.), A. Marchese (E. M., Torino 1978; Poesie, Milano 1991) e S. Morando (La casa sul Magra e altri passaggi montaliani, Bocca di Magra 1996).
Dopo i Mottetti (a cura di D. Isella, Milano 1980, 1982, 1988), sillogi poetiche del M. o loro porzioni sono state e sono oggetto di commenti di diverso taglio e qualità. In ordine cronologico: Le occasioni, a cura di Id., Torino 1996; Finisterre (versi del 1940-42), a cura di Id., ibid. 2003; Ossi di seppia, a cura di P. Cataldi – F. D’Amely, Milano 2003; Satura, a cura di R. Castellana, ibid. 2009; Diario del ’71 e del ’72, a cura di M. Gezzi, ibid. 2010. Due commenti senza testi si devono a T. Arvigo (M. Ossi di seppia, Roma 2001) e a F. Ricci (M. Diario del ’71 e del ’72, ibid. 2005).
Con qualche omissione e almeno un errore di attribuzione (ma resta impregiudicato l’accertamento delle singole, personali responsabilità autoriali nel caso di quei testi che il M. ha redatto avvalendosi della collaborazione di H. Furst o di M.L. Spaziani), le prose hanno trovato posto in quattro «Meridiani»: Prose e racconti, a cura e con introduzione di M. Forti, note ai testi e varianti a cura di L. Previtera, Milano 1995; Il secondo mestiere. Prose 1920-1979, I-II, a cura di G. Zampa, ibid. 1996; Il secondo mestiere. Arte, musica, società, a cura di Id., ibid. 1996. In Prose e racconti confluiscono, giusta l’ultima edizione: Farfalla di Dinard, Fuori di casa, La poesia non esiste, Trentadue variazioni, nonché, a cura di L. Previtera, una serie di Prose varie di fantasia e d’invenzione; in Il secondo mestiere. Arte, musica, società: Auto da fé, Prime alla Scala, Quaderno genovese, una selezione di Altri scritti musicali a cura di G. Lavezzi, gli Scritti sull’arte, una essenziale antologia di Monologhi, colloqui. I due volumi de Il secondo mestiere. Prose 1920-1979 dispongono in ordine cronologico gli innumerevoli scritti in prosa residui, smontando e disarticolando la raccolta Sulla poesia e cancellando (non illegittimamente) una silloge di ambiguo statuto come Nel nostro tempo. A Il secondo mestiere. Arte, musica, società sono allegati gli Indici delle opere in prosa, a cura di F. Cecco – L. Orlando con la collaborazione di P. Italia (Milano 1996). F. Soldini ha curato l’antologia Ventidue prose elvetiche (ibid. 1994); N. Scaffai una raccolta commentata di Prose narrative (ibid. 2008).
Le versioni poetiche del M. sono raccolte in Quaderno di traduzioni (ibid. 1948; nuova ed., ibid. 1975): le si veda, infine, in L’opera in versi, cit., pp. 709-754 (note ai testi, pp. 1154-1164).
Non sembra imminente la possibilità che le centinaia di lettere inviate e ricevute dal M. possano vedere la luce anche solo antologicamente. Un provvisorio censimento dei carteggi ha tentato E. Gurrieri, Per l’epistolario di E. M. Indice delle lettere pubblicate (1946-2004), in Studi italiani, XVI-XVII (2004-05), 32-33, pp. 245-260 (poi in Letteratura, biografia e invenzione. Penna, M., Loria, Magris e altri contemporanei, Firenze 2007, pp. 287-303). Di particolare rilievo sono i seguenti volumi: E. Montale – I. Svevo, Lettere con gli scritti di M. su Svevo, Bari 1966 (poi I. Svevo – E. Montale, Carteggio con gli scritti di M. su Svevo, a cura di G. Zampa, Milano 1976); Lettere a S. Quasimodo, a cura di S. Grasso, premessa di M. Corti, ibid. 1981; Lettere a Pugliatti. M. e la critica nel carteggio con S. Pugliatti e tre lettere di E. Vittorini, a cura di S. Palumbo, prefaz. di C. Bo, ibid. 1986; Il carteggio Einaudi – M. per «Le occasioni» (1938-39), a cura di C. Sacchi, Torino 1988; Lettere e poesie a B. e F. Messina 1923-1925, a cura di L. Barile, Milano 1995; E. Montale – S. Penna, Lettere e minute 1932-1938, introd. di E. Pecora, testo, apparato critico e postfazione di R. Deidier, ibid. 1995; Eusebio e Trabucco. Carteggio di E. M. e G. Contini, a cura di D. Isella, ibid. 1997; Giorni di libeccio. Lettere ad A. Barile (1920-1957), a cura di D. Astengo – G. Costa, ibid. 2002; «Le sono grato». Lettere di E. M. e A. Marchese (1973-1979), a cura di S. Verdino, Genova 2002; Caro Maestro e Amico. Carteggio con V. Larbaud (1926-1937), a cura di M. Sonzogni, Milano 2003; Lettere a Clizia, a cura di R. Bettarini – G. Manghetti – F. Zabagli, con un saggio introduttivo di R. Bettarini, Milano 2006; Lettere da casa Montale (1908-1938), a cura di Z. Zuffetti, con una prefaz. di R. Vignolo, Milano 2006. Del carteggio intercorso tra il M. e S. Solmi si conoscono, purtroppo, soltanto alcuni frammenti resi noti da G. Zampa. Importante è il Catalogo delle lettere di E. M. a M.L. Spaziani (1949-1964) depositate presso il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia: lo ha curato G. Polimeni, con una premessa di M. Corti (Pavia 1999).
Interviste a E. M. (1931-1981) è il titolo della monumentale tesi che Francesca Castellano ha discusso nel XXII ciclo del Dottorato di ricerca internazionale in italianistica presso l’Università di Firenze il 21 apr. 2010 (tutor Anna Nozzoli, coordinatore del Dottorato di ricerca G. Tellini).
Degli autocommenti sollecitati al M. da S. Guarnieri ha dato conto L. Greco, M. commenta M., Parma 1980 (nuova ed. accr.,1990).
Fonti e Bibl.: Autografi del M. hanno trovato posto in vari archivi pubblici e privati, tra i quali vanno segnalati almeno il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia e l’Archivio contemporaneo «A. Bonsanti» del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze: sulle carte pavesi si veda Autografi di M. Fondo dell’Università di Pavia, a cura di M. Corti – M.A. Grignani, Torino 1976, da integrare con Da M. a M. Autografi, disegni, lettere, libri (catal.), a cura di R. Cremante – G. Lavezzi – N. Trotta (Pavia 2004; Bologna 2005), che accoglie i materiali esposti nelle mostre di Pavia (Salone Teresiano della Biblioteca universitaria, 13 dic. 2004 – 15 genn. 2005) e di Lugano (Biblioteca comunale, 25 nov. 2005 – 21 genn. 2006).
Lo Stato di servizio del M. è presso il Distretto militare di Genova (ne dà brevemente conto C. Cencetti, Gli «ossi brevi» di E. M. I «veri» significati, analisi metrico-stilistica, commento, presentazione di M. Martelli, acquarelli e disegni di L.M. Soriani, Corazzano 2006, p. 171); le carte relative al M. e al Partito d’azione sono all’Istituto storico della Resistenza in Toscana (Firenze); i documenti riguardanti il suo lavoro giornalistico nella sezione Carteggio, f. 744, ad nomen, dell’Archivio storico del Corriere della Sera.
I libri donati dal M. alla Biblioteca comunale Sormani di Milano sono descritti nel Catalogo del Fondo M., a cura di V. Pritoni, presentazione di P. Florio, Milano 1996.
G. Nascimbeni, con E. M., Milano 1969, ha inaugurato la serie delle ricognizioni biografiche intorno al M.: l’ultima edizione di quel saggio capostipite del genere è apparsa nel 1986 con il titolo M. Biografia di un poeta, ed è ovviamente affrancata dal gioco delle obbedienze che la prima di necessità presupponeva. Si vedano anche la Cronologia premessa da G. Zampa a Tutte le poesie, cit., pp. LV-LXXIX; la fotobiografia E. M. Immagini di una vita, a cura di F. Contorbia, introduzione di G. Contini, Milano 1985 (poi ibid. 1996); il volumetto in forma di lettera di F.M. Gibelli, Una domanda infinita. Ricordi intorno a E. M., Genova 1989; l’album di figure e testi M. a Forte dei Marmi, a cura di D. Papi, fotografie di G. Cipriani, Firenze-Siena 1997; i saggi di P. De Caro, Journey to Irma. Una approssimazione all’ispiratrice americana di E. M. Parte prima. Irma, un «romanzo», Foggia 1996 (nuova ed. accr., 1999), e Irma politica: l’ispiratrice di E. M. dall’americanismo all’antifascismo, ibid. 2001; di F. Merlanti, Da Firenze alla Liguria, «passando per Trieste». E. M. e L. Rodocanachi, e di F. Contorbia, Una Donna Velata tra Lucia e Irma, in L. Rodocanachi: le carte, la vita, a cura di F. Contorbia, Firenze 2006, pp. 37-100 e 101-128; e, ancora di P. De Caro, Invenzioni di ricordi. Vite in poesia di tre ispiratrici montaliane, Foggia 2007.
La bibliografia critica che intorno al M. ha preso forma dal 1925 a oggi è quantitativamente sterminata e tipologicamente molto varia. In attesa della pubblicazione, ormai imminente, del repertorio di F. Castellano e Sofia D’Andrea, che copre gli anni 1925-2008, ci si può continuare ad avvalere della Bibliografia che a pp. 617-624 segue il profilo di E. M. redatto da R. Scrivano per I classici italiani nella storia della critica, a cura di W. Binni, III, Da Fogazzaro a Moravia, Firenze 1977, pp. 553-616, e della Nota bibliografica che accompagna la storia e antologia della critica di P. Cataldi, M., Palermo 1991, pp. 183-194. Sugli scritti critici degli anni più recenti si vedano il Repertorio bibliografico ragionato (1994-1998), a cura di T. de Rogatis – F. Nosenzo – R. Castellana, nella sezione Bilanci: M. 1994-1998 di Moderna, I (1999), 1, pp. 225-286, e di P. Senna, Linee per una rassegna montaliana (1999-2004) con appendice bibliografica, in Testo, n.s., XXVI (2005), 50, pp. 109-137, e Rassegna montaliana. Aggiornamento (2005-2006), ibid., XXVIII (2007), 54, pp. 121-143.
L’introduzione al M. più utilmente fungibile è la voce di P.V. Mengaldo, L’opera in versi, in Letteratura italiana (Einaudi), diretta da A. Asor Rosa, Le opere, IV, Il Novecento, t. 1, L’età della crisi, Torino 1995, pp. 625-666 (e Aggiornamento bibliografico, a cura di G. Macciocca, pp. 666-668), ripubblicata in La tradizione del Novecento. Quarta serie, cit., pp. 66-120.
Monografie: R. Lunardi, E. M. e la nuova poesia, Padova 1948 (rist. accr., Roma 1977); S. Ramat, M., Firenze 1965 (nuova ed., 1968); M. Forti, E. M. La poesia. La prosa di fantasia e d’invenzione, Milano 1973 e 1983; B. Mapelli, M. a Milano, Milano 1983; R. Luperini, Storia di M., Roma-Bari 1986; F. Croce, Storia della poesia di E. M., Genova 1991 (nuova ed. agg., Milano 2005); G. Marcenaro, E. M., Milano 1999; A. Marchese, M.: la ricerca dell’Altro, Padova 2000; E. Testa, M., Torino 2000 (vi è allegata la videocassetta, allestita con materiali d’archivio RAI, M. racconta M., a cura di G. Sica, regia di G. Barcelloni); G. Ioli, M., Roma 2002; A. Casadei, M., Bologna 2008; E. Gioanola, M. L’arte è la vita di chi veramente non vive, Milano 2011.
Raccolte di studi: A. Jacomuzzi, Sulla poesia di M., Bologna 1968 (nuova ed., La poesia di M. Dagli «Ossi» ai «Diari», Torino 1978); d’A.S. Avalle, Tre saggi su M., Torino 1970; U. Carpi, M. dopo il fascismo. Dalla «Bufera» a «Satura», Padova 1971; G. Contini, Una lunga fedeltà. Scritti su E. M., Torino 1974; A. Marchese, Visiting angel. Interpretazione semiologica della poesia di M., Torino 1977; M. Martelli, Il rovescio della poesia. Interpretazioni montaliane, Milano 1977; G. Lonardi, Il Vecchio e il Giovane e altri studi su M., Bologna 1980; R. Luperini, M. o l’identità negata, Napoli 1984; G. Orelli, Accertamenti montaliani, Bologna 1984; G.P. Biasin, Il vento di Debussy. La poesia di M. nella cultura del Novecento, Bologna 1985; M.A. Grignani, Prologhi ed epiloghi. Sulla poesia di E. M., Ravenna 1987; G. Ioli, E. M. Le laurier e il girasole, introduz. di M. Guglielminetti, Paris-Genève 1987; L. Barile, Adorate mie larve. M. e la poesia anglosassone, Bologna 1990; M. Forti, Nuovi saggi montaliani, Milano 1990; O. Macrí, La vita della parola. Studi montaliani, Firenze 1996; A. Marchese, Amico dell’invisibile. La personalità e la poesia di E. M., Torino 1996 (poi, a cura di S. Verdino, Novara 2006); F. Croce, La primavera hitleriana e altri saggi su M., a cura di N. Baccino – P. Zublena, Genova 1997; R. Scrivano, Metafore e miti di E. M., Napoli 1997; C. Scarpati, Sulla cultura di M. Tre conversazioni, Milano 1997; L. Barile, M., Londra e la luna, Firenze 1998; M.A. Grignani, Dislocazioni. Epifanie e metamorfosi in M., Lecce 1998; L. Surdich, Le idee e la musica. M. e Caproni, Genova 1998; F. Contorbia, M., Genova, il modernismo e altri saggi montaliani, Bologna 1999; G. Zazzaretta, Studi su M., Ancona 2000; L. Blasucci, Gli oggetti di M., Bologna 2002; G. Lonardi, Il fiore dell’addio. Leonora, Manrico e altri fantasmi del melodramma nella poesia di M., Bologna 2003; A. Parronchi, Quaderno per M., con due dipinti di M. Marcucci, Novara 2003; S. Bozzola, Seminario montaliano, Roma 2006; R. Bettarini, Scritti montaliani, a cura di A. Pancheri, introd. di C. Segre, Firenze 2009.
Volumi collettanei e atti di convegni: Omaggio a M., a cura di S. Ramat, Milano 1966; Contributi per M., a cura di G. Cillo, Lecce 1976; E. M. Profilo di un autore, a cura di A. Cima – C. Segre, Milano 1977 (poi Milano 1996); Letture montaliane in occasione dell’80° compleanno del poeta, Genova 1977; La poesia di E. M. Atti del Convegno internazionale… 1982, Milano-Genova 1983; La poesia di E. M. Atti del Convegno internazionale, Genova… 1982, a cura di S. Campailla – C.F. Goffis, Firenze 1984; Corriere della Sera 1876/1986. Dieci anni e un secolo. M. e il Corriere, a cura di F. Roncoroni, Milano 1986; Per la lingua di M. Atti dell’incontro di studio… 1987 (con appendice di liste alla concordanza montaliana), a cura di G. Savoca, Firenze 1989; Quaderno montaliano, a cura di P.V. Mengaldo, Padova 1989; Milano per M., tra via Bigli, via Solferino e la Scala, a cura di V. Scheiwiller, con un saggio introduttivo di M. Forti, Milano 1991; La Liguria di M. Atti del Convegno, La Spezia-Monterosso… 1991, a cura di F. Contorbia – L. Surdich, Savona 1996; ll secolo di M.: Genova 1896-1996, Congresso internazionale per il primo centenario della nascita di E. M., Genova, … 1996 a cura della Fondazione Mario Novaro, Bologna 1998; M., la musica e i musicisti, a cura di R. Iovino – S. Verdino, Genova 1996; Atti del Seminario sul «Diario postumo» di E. M., Lugano… 1997, Milano 1998; Strategie di M. Poeta tradotto e traduttore (con una appendice sul M. in Spagna), Atti del Seminario internazionale di Barcellona su «La costruzione del testo in italiano» …1996, a cura di M. de L.N. Muñiz Muñiz – F. Amella Vela, Firenze 1998; M. e il canone poetico del Novecento, Giornate di studio su M., Pontignano-Siena… 1996, a cura di M.A. Grignani – R. Luperini, Roma-Bari 1998; M. a teatro (Milano… 1997), a cura di R. Tordi Castria, Roma 1999; Verdi e M. Musica e parole, a cura di A. Beverini, prefaz. di M. Ferrari, La Spezia 2001; M. dopo M. Persistenze e discontinuità a 50 anni dalla «Bufera», a cura di U. Fracassa. Atti delle giornate di studio… 2007, Genova 2008; Letture montaliane. In memoria di F. Croce (Genova, foyer del Teatro della Corte, novembre 2008 – febbraio 2009), a cura di V. Pesce, Genova 2009.
Numeri integralmente o parzialmente monografici di periodici. Galleria degli scrittori italiani. E. M., a cura di G. Soavi – V. Sereni, in La Fiera letteraria, 12 luglio 1953, pp. 3-7; Stagione, a cura di M. Costanzo, II (1955), 6, pp. 3-6; Letteratura, a cura di S. Ramat, XXX (1966), 79-81 (poi, «con alcune aggiunte e sostituzioni», Omaggio a M., cit.); La Rassegna della letteratura italiana, a cura di W. Binni, s. 7, LXX (1966), 2-3; E. M., a cura di G. Tedeschi, in Chevron Club, V (1972), pp. 1-13; Dedicato a M., in Antologia Vieusseux, XVI (1981), 64, pp. 13-25; M.: una dolcezza inquieta, in La Regione Liguria, X (1982), pp. 25-64; M. Un decennio di oltrevita, in La Fortezza, II (1991), 2; Annuario della Fondazione Schlesinger, 1994; M. e gli altri, in Sigma, XX (1995) [ma 1996], 3; Poetiche, a cura di F. Curi, I (1996), 1, pp. 3-95; E. M. et la poésie ligurienne du XXème siècle, a cura di B. Rombi – M. Porcu, in Les cahiers de poésie-Rencontres, 1996, n. 41; Testimonianza per E. M., in Antologia Vieusseux, n.s., II (1996), 6; E. M. Il poeta e l’uomo nel centenario della nascita, in Boll. della Società letteraria di Verona, 1997, pp. 71-122; M. poeta, prosatore e critico a un secolo dalla nascita, in Sincronie, I (1997), 1; M. tradotto dai poeti, a cura di A. Francini, Semicerchio, XVI-XVII (1997), 1-2; Dedicato a E. M., in La Fortezza, VI (1995), 2; VII (1996) [ma ottobre 1998], 1; Sur E. M., inRevue des études italiennes, n.s., XLIV (1998), 3-4; Mezzo secolo di «Bufera», a cura di U. Fracassa, in Trasparenze, 2007, n. 30; Montaliana, in La Riviera ligure, XX (2009), 58, pp. 3-47; M. e il tempo delle «Occasioni», a cura di V. Crescente, preludio di F. Gurrieri, La casa dei doganieri, II (2009), 2-3.
Cataloghi. Mantova per M. Immagini e documenti, a cura di V. Scheiwiller, Milano 1983; Una dolcezza inquieta. L’universo poetico di E. M., a cura di G. Marcenaro – P. Boragina, Milano 1996; I fogli di una vita. Le carte, i libri, le immagini di E. M., a cura di L. Barile – F. Contorbia – M.A. Grignani, Milano 1996. In particolare sull’opera grafica e pittorica del M.: La tavolozza color foglia secca di E. M., a cura di G. Marcenaro, Genova 1991; E. M. Parole e colori (catal., Cernobbio…), a cura di L. Cavadini, Lipomo 2002.
«Omaggi» poetici: I poeti a M., Genova 1976 (poi I poeti per M., Genova s.d. [ma 1977]); 18 poeti per M. 1981-1991. Poesie inedite, presentazione di C. Bo, a cura di G. Ioli, Milano 1991.
Concordanze. Concordanza di tutte le poesie di E. M. Concordanza, liste di frequenza, indici, I-II, a cura di G. Savoca, Firenze 1987; Concordanze del «Diario postumo» di E. M. Facsimile di manoscritti, testo, concordanze, a cura di G. Savoca, Firenze 1997.