Si intende per naturalismo, più che un movimento, una corrente di opinione, nata in Francia durante la grande rivoluzione industriale, per l’influenza del pensiero scientifico e filosofico (positivismo) e delle nuove ideologie politiche e sociali. Il maggiore rappresentante del naturalismo fu Émile Zola, il quale si vantava di avere adottato nello scrivere gli stessi metodi di indagine degli scienziati; prodotto di questa scelta fu il grande ciclo di romanzi dei Rougon-Macquart. Il naturalismo è forse soprattutto una reazione al romanticismo idealistico, la stessa che provocò il realismo e il parnassianesimo, nonché il positivismo. Il legame tra naturalismo e positivismo appare evidente proprio per la fiduciosa alleanza con la scienza e per il ripudio del romanticismo inteso come fuga dalla realtà. I “naturalisti” ripudiano la metafisica, non acconsentono al realismo, che si limita a riprodurre un’immagine fedele della natura, affondano in una visione pessimistica e materialistica del mondo e, abbandonando anche le posizioni del naturalismo classico, lucreziano e filosofico di tipo deterministico, si spingono a studiare clinicamente i problemi umani nella loro evoluzione, avvalendosi di rigorose misurazioni su dati forniti dalla realtà. I “naturalisti” inoltre non si arrestano davanti agli aspetti meno poetici del reale, usano un linguaggio estremamente realistico e per questo furono accusati di un certo compiacimento nella scelta di situazioni sordide e volgari. La dottrina, o piuttosto i dogmi del naturalismo, furono più volte esposti da Zola: Le roman expérimental (1880), Les romanciers naturalistes (1881). Precursori del naturalismo si possono considerare Balzac, Champfleury, Duranty e soprattutto i fratelli Goncourt e Flaubert. Tra il 1880 e il 1890 si ebbe in Francia il trionfo del naturalismo: vi aderirono E. de Goncourt (che col fratello Jules aveva fatto un primo tentativo in teatro nel 1865 rappresentando Henriette Maréchal, la cui crudezza urtò il pubblico borghese), Daudet, Jules Renard e altri, sulla scia di L. Hennique, H. Céard, P. Alexis e dello stesso Zola che nelle Soirées de Médan avevano lasciato una specie di manifesto del naturalismo. Poco dopo, però, cominciarono le defezioni che si conclusero con il manifesto, detto dei cinque, contro La terre di Zola: P. Bonnetain, J. H. Rosny, L. Descaves, P. Margueritte e G. Guiches. Zola aveva cercato di portare il naturalismo anche nel teatro (Le naturalisme au théâtre, 1881) dove la vittoria fu però ardua per la mancanza di opere di grande rilievo, se si esclude Henry Becque (Les corbeaux, La parisienne) e il Théâtre-Libre di A. Antoine che, peraltro, affrettarono la scomparsa del vecchio gusto teatrale. In Germania il naturalismo giunse più tardi, nel 1885, con la rivista fondata a Monaco da Michael Georg Conrad, ma già da qualche anno i fratelli Heinrich e Julius Hart, a Berlino, si erano schierati a favore del naturalismo. La formulazione teorica del naturalismo tedesco venne data più tardi da Arno Holz (naturalismo coerente) che insieme al poeta J. Schlaf scrisse la raccolta di novelle Papa Hamlet(1889). Quanto al teatro, finalità analoghe a quelle del Théâtre-Libre ebbe la Freie Bühne di Berlino, fondata nel 1889. Alieni dall’accogliere lo scientifismo del naturalismo francese, certi drammaturghi tedeschi (si pensi a G. Hauptmann) non tennero presenti solo i modelli parigini, ma anche quelli ibseniani, maturando dentro di sé la svolta in senso simbolistico, cioè antinaturalistico. Naturalismo e simbolismo sono poli tra cui oscilla l’arte nordica di Ibsen, di Strindberg. In Russia il più cospicuo esempio del naturalismo teatrale è La potenza delle tenebre di Tolstoj. Notevole fu l’influenza del naturalismo sulla prima fase dell’attività del teatro di Mosca di Stanislavskij e di Nemirovič-Dančenko. In Italia il naturalismo attecchì col nome di verismo e rinunciò quasi subito a quel distacco scientifico che avrebbe dovuto essere la caratteristica fondamentale della corrente. In definitiva il naturalismo fu in tutti i Paesi d’Europa piuttosto un punto di partenza per nuove esperienze che un vero e proprio traguardo, oppure offrì casi isolati, come Gissing e Bennett in Inghilterra, Palacio Valdés e la Pardo Bazán in Spagna, Eça de Queiroz in Portogallo. Negli Stati Uniti il naturalismo fu introdotto da E. Watson Howe e accompagnò lo sviluppo della giovane letteratura americana (il primo James, Upton Sinclair, Th. Dreiser, J. Dos Passos, S. Anderson, Hemingway, Faulkner, Caldwell) rifluendo poi in Europa.