SETTEMBRE 1939

1° settembre


Alle ore 4,45 l’esercito tedesco varca la frontiera polacca, è scattato il Fall Weiss, (cioè il “Piano Bianco”) come viene chiamata in codice l’operazione. Non hanno avuto alcun esito gli appelli di Leopoldo III, re dei Belgi, a nome suo e di altri sei piccoli Paesi europei, né le esortazioni del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, né le suppliche di papa Pio XII, né infine la proposta di mediazione lanciata alla ventitreesima ora da Mussolini: è la guerra. I tedeschi sfondano la frontiera in più punti con 53 divisioni agli ordini del generale von Brauchitsch, suddivise in due gruppi di armate: lo Heeresgruppe Nord, al comando del gen. von Bock, e lo Heeresgruppe Sud del gen. von Rundstedt. Le singole armate sono comandate dai generali von Kluge, von Kiìchler, List. von Reichenau e Blaskowitz:alla testa delle unità corazzate ci sono i generali Guderian, Hoepner e von Kleist, nomi dei quali si sentirà parlare a lungo negli anni che seguiranno. Le difese polacche in poche ore sono sconvolte e travolte: i carri armati tedeschi si addentrano profondamente in territorio nemico. Nel porto di Danzica la vecchia corazzata e nave-scuola Schleswig-Holstein, di costruzione anteriore alla I guerra mondiale, bombarda le difese della baia della Westerplatte, dov’è l’arsenale della marina polacca. Lo stesso 1° settembre Danzica viene annessa al Reich, anche se l’atto ufficiale di integrazione nello Stato tedesco avverrà il I novembre successivo. L’esito dell’attacco è scontato in partenza: del resto le linee generali della spartizione della Polonia sono già previste nelle clausole segrete del patto russo-tedesco del 23 agosto: in linea generale, la linea di demarcazione tra Germania e URSS correrà lungo la linea dei fiumi Narew- Vistola-San. La Lituania entrerà nella sfera d’influenza tedesca, mentre in quella dell’URSS finiranno Estonia,Lettonia, Finlandia e Bessarabia (che dovrà essere restituita all’Unione Sovietica dalla Romania).


2 settembre


Mentre ripropone la convocazione di una conferenza internazionale per far rientrare il conflitto, conferenza che dovrebbe riunirsi il 5 settembre, l’italia dichiara la propria non-belligeranza. Il governo tedesco dichiara che rispetterà l’integrità territoriale della Norvegia purché questa non sia minacciata o violata da paesi terzi. In Polonia intanto la « guerra lampo » (Blitzkrieg) dei tedeschi procede a gonfie vele: le quattro « battaglie di confine » (Slesia-Slovacchia, Czestochowa, Pomerania, Prussia Orientale) sono altrettante travolgenti vittorie tedesche. Le forze provenienti dalla Germania si congiungono con quelle uscite dalla Prussia Orientale. La 10à armata del Gruppo Rundstedt raggiunge il fiume Warta: in 36 ore è penetrata per 80 km in territorio polacco. Da sud le truppe del gen. List minacciano già Cracovia. La Luftwaffe conquista il dominio del cielo: ha distrutto al suolo gran parte degli aerei polacchi, bombarda i comandi e le strade provocando l’imbottigliamento delle retrovie nemiche. Febbrili contatti si succedono per tutta la giornata fra Parigi e Londra: la decisione di tener fede agli impegni con la Polonia è ferma, ma governi e stati maggiori non sono d’accordo sulla data e le modalità dell’intervento. Ore 22,30, a Londra: parlamentari e ministri si recano dal premier Chamberlain per sollecitare una presa di posizione dura e decisa. E infatti viene inviato un telegramma all’ambasciatore inglese a Berlino, sir Neville Henderson, in cui si danno disposizioni circa l’ultimatum da consegnare al governo tedesco.


3 settembre


Francia e Gran Bretagna entrano in guerra contro la Germania. Ore 9: l’ambasciatore inglese a Berlino Henderson consegna al consigliere d’ambasciata PauI Schmidt, interprete di Hitler, l’ultimatum del governo di Sua Maestà Britannica. Nel documento si afferma che se entro le 11, ossia entro due ore, la Germania non avrà dato assicurazioni ampie e ben precise circa il ritiro delle sue truppe dalla Polonia, la Gran Bretagna si considererà in guerra contro il Reich. Anche la Francia alla fine si muove: alle 12 il suo ambasciatore a Berlino, Robert Coulondre, consegna l’ultimatum del suo governo: l’ultimatum scadrà il giorno dopo, 4 settembre.Nel documento tuttavia si evita l’uso esplicito della parola “guerra”, in un estremo disperato tentativo di conciliare il dittatore tedesco. Ma il senso del documento è identico. Hitler è sbalordito: aveva creduto che ancora una volta gli Occidentali non si sarebbero mossi. A von Ribbentrop che lo ha informato della nuova situazione, chie- de, sorpreso e quasi in tono accusatorio: “E adesso?”. Ore 11 : la Gran Bretagna entra uffìcialmente in guerra con la Germania. Ore 11 , 1 5: dalla sua residenza ufficiale al n. 10 di Downing Street, a Londra, Chamberlain ne dà l’annuncio ai suoi compatrioti. “Non abbiamo nulla da rimproverarci”, afferma tra l’altro, e conclude: “Dio ci protegga e difenda il buon diritto”. Viene formato un gabinetto di guerra: Winston Churchill assume la carica di Primo Lord dell’Ammiragliato, Eden quella di Segretario ai Dominions. Ore 11 ,35: mentre all’ambasciata del Reich a Londra un funzionario del Ministero degli Esteri inglese (Foreign 0ff ice) e l’incaricato d’aff ari tedesco Kordt stanno urbanamente trattando lo sgombero dei diplomatici tedeschi e delle loro famiglie dalla capitale inglese, le sirene della difesa antiaerea danno l’allarme: è il primo di una lunga tragica serie. La Gran Bretagna decreta il blocco navale della Germania: tutte le merci dirette in Germania a bordo di navi di qualsiasi nazionalità vengono confiscate. Ore 1 7: anche la Francia entra in guerra contro il Terzo Reich (la scadenza dell’ultimatum, prevista in un primo tempo per il giorno dopo, è stata anticipata). Le 33 divisioni tedesche dello Heeresgruppe C, il gruppo d’armate comandato dal gen. Ritter von Leeb, completano lo schieramento a presidio della linea Sigfrido (o Vallo Oc- cidentale, Westwall) e delle frontiere belga e olandese. India, Australia e Nuova Zelanda, i dominions più legati alla Gran Bretagna, entrano in guerra a fianco della madrepatria. Ore 21: l’U-Boot 30 affonda la nave passeggeri inglese Athenia di 13.500 t scambiandola per un mercantile armato: perdono la vita 112 persone tra cui 28 cittadini americani. Il grave episodio provoca un forte risentimento antitedesco negli Stati Uniti. In Inghilterra intanto si pensa di riesumare il sistema dei convogli, già adottato verso la fine della I guerra mondiale, per difendere i collegamenti marittimi.


4 settembre


Il Vòlkischer Beobachter sostiene che l’affondamento dell’Athenia è stato voluto da Churchill per creare un incidente tra la Germania e gli Stati Uniti.


5 settembre


L’eroismo dei polacchi non basta: i tedeschi infatti forzano la linea della Vistola e si apprestano a superare anche il Narew e il Bug occidentale.


6 settembre


La 3a e 4a armata del Gruppo d’armate Nord e l’8a e la ba del Gruppo Sud puntano verso Varsavia. La 14à armata del gen. List conquista Cracovia e marcia verso la frontiera romena. Il Comando Supremo polacco dirama l’ordine di ritirata generale sulla linea Narew-Vistola-San. Durante la notte il governo polacco lascia Varsavia per trasferirsi nella regione di Luck-Krzemieniec mentre il comando supremo si trasferisce a Brzesko sul fiume Bug.


7 settembre


Avanguardie francesi, ma si tratta di poco più che pattuglie, varcano la frontiera tedesca presso Saarlouis, Saarbrùcken e Zweibrùcken: inizia quella che sarà definita la “dròle de guerre”, la “strana guerra”,in cui gli eserciti si frontcggeranno senza combattere, in attesa di sviluppi diplomatici che non verranno.


8 settembre


Gli inglesi rimettono in funzione il sistema dei convogli, già sperimentato nel corso della I guerra mondiale. Sono istituite tre rotte protette, due da Liverpool e dal Tamigi all’Atlantico, una fra il Tamigi e il Firth of Forth (Edimburgo).


8-11settembre


In Polonia si svolge la battaglia di Radom, un centinaio di km a sud di Varsavia. I tedeschi fanno prigionieri circa 60.000 polacchi.


9 settembre


I primi reparti della BEF (British Expeditionary Force), al comando del visconte gen. John lord Gort, si imbarcano per la Francia. Ore 7: la 43ò Panzerdivision sferra da sud-est il suo primo attacco contro Varsavia: dopo 3 ore di combattimento viene respinta sulle posizioni di partenza. I polacchi si battono con grande coraggio.


10 settembre


Di fronte alle insistenti sollecitazioni del comandante in capo dell’esercito polacco Edward Rydz-Smigly, il Capo di di Stato Maggiore francese gen. Maurice Gamelin informa che più di metà delle sue divisioni attive sono impegnate in combattimenti con il nemico sul fronte nord-orientale, e che non è possibile fare di più.


11 settembre


Il distretto industriale dell’Alta Slesia è completamente in mano tedesca.


12 settembre


Cessano le effimere quanto inutili azioni francesi contro i tedeschi. Ormai tutti si rendono conto che è inutile tentare di aiutare la Polonia.


12-18 settembre


L’armata polacca del settore di Poznan,che avrebbe dovuto marciare su Berlino, opera un imprevisto dietrofront nel tentativo di cogliere sul fianco l’8a armata tedesca. Ha inizio la violenta battaglia del fiume Bzura, nella quale, grazie alla loro superiore mobilità e alla indiscutibile abilità di manovra, i tedeschi chiudono nella prima grande “sacca” della storia della guerra, 19 divisioni polacche: vengono fatti prigionieri 170.000 uomini.


13 settembre


Come in Inghilterra, anche in Francia viene costituito un gabinetto di guerra: Edouard Daladier assume, oltre che la presidenza del Consiglio, il dicastero degli Esteri.


14-15 settembre
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16 settembre


Varsavia è accerchiata dalle truppe tedesche. Le è intimata la resa, che viene però sdegnosamente respinta. Il grosso dell’esercito polacco, concentrato tra Leopoli (Lwow, oggi Lvov, nell’Unione Sovietica) e Chelm (oggi a ridosso del confine polacco con l’URSS) e comprendente 38 divisioni di fanteria, 11 brigate di cavalleria e 2 brigate motorizzate, viene annientato. I generali tedeschi propongono di bloccare Varsavia e di attenderne la resa per fame, ma Hitler replica che la capitale polacca deve essere considerata come una fortezza e ordina quindi di impiegare contro la città l’artiglieria e l’aviazione. Particolare curioso: il generale polacco a capo delle forze che difendono la città si chiama Rommel.


17 settembre


Affermando per bocca di Molotov che il governo polacco ha cessato di esistere, l’URSS dà via libera alle sue truppe che procedono all’occupazione della Polonia orientale, praticamente sguarnita di qualsiasi difesa. I tedeschi occupano Brest-Litovsk, quindi, in ossequio alle clausole segrete del patto di non-aggressione del 23 agosto, sgomberano regioni e città già occupate, tra cui Leopoli (oggi Lvov). Il presidente polacco Ignacy Moscicki, il governo e il comandante in capo delle forze armate polacche maresciallo Edward Rydz-Smigly si dimettono e si rifugiano in Romania. Al largo delle coste sudoccidentali irlandesi la portaerei Courageous viene affondata dall’ U-29 del comandante Schuhart: i morti sono 500. E il primo colpo grosso portato a segno dalla marina tedesca contro la flotta britannica. In conseguenza di questo fatto l’Ammiragliato decide di non impiegare più le portaerei nella caccia ai sommergibili.


18 settembre


0 Su pressioni tedesche il governo romeno interna i membri del governo polacco che il giorno prima hanno chiesto asilo alla Romania.


19 settembre


L’Armata Rossa si congiunge con le truppe tedesche a Brest-Litovsk. Il Fuhrer entra trionfalmente a Danzica, dove tiene un discorso di politica estera abbastanza conciliante nei confronti di Francia e Gran Bretagna. La campagna di Polonia può considerarsi praticamente finita: d’ora in avanti non avremo che grandi azioni di rastrellamento. Sbarca in Francia il primo corpo d’armata inglese.


20-26 settembre
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27 settembre


Assediata, bombardata dal cielo e da terra, Varsavia è costretta alla resa. Vengono fatti prigionieri 160.000 uomini. Hitler fa conoscere ai principali capi della Wehrmacht la sua intenzione di attaccare la Francia, ma i generali tedeschi si rifiutano, per adesso, di prendere sul serio un programma che ritengono sproporzionato ai mezzi che hanno a disposizione.


28 settembre


Uno degli ultimi nuclei di resistenza dei polacchi, composto da 4 divisioni accerchiate dal 10 settembre nella città di Modlin e nella zona di Kutno, cede le armi dopo essersi battuto con strenuo valore. A Mosca, von Ribbentrop e Molotov ridiscutono la spartizione della Polonia e ridefiniscono le sfere d’influenza di Germania e URSS. A quest’ultima viene data mano libera anche in Lituania, che secondo i precedenti accordi sarebbe dovuta invece finire sotto l’influenza tedesca. In cambio la linea di demarcazione russo-tedesca viene spostata a oriente (i sovietici infatti arretreranno fino alla linea Narew-Bug-San) e la regione compresa tra la Vistola e il Bug occidentale va alla Germania. Il territorio occupato dai tedeschi è la regione più ricca della Polonia, con 22 milioni di abitanti e la quasi totalità delle industrie. I russi si annettono circa 200.000 kmq di territorio polacco, per lo più atto allo sfruttamento agricolo, con 13 milioni di abitanti. Viene firmato un trattato di mutua assistenza tra l’URSS e l’Estonia: i sovietici acquisiscono il diritto di occupare le principali basi militari del piccolo paese.


29 settembre
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30 settembre


Si costituisce a Parigi un governo polacco in esilio presieduto dal gen. Wladyslaw Sikorski. La corazzata tascabile tedesca Admiral Graf Spee affonda il piroscafo inglese Clement.