Nel 1920 Giolitti fu richiamato al potere (giugno 1920- luglio 1921), coinvolgendo nella maggioranza liberali e democratici, cattolici e socialisti riformisti. Lasciò sfogare le agitazioni rivoluzionarie come l’occupazione delle fabbriche a Torino (1920) e l’occupazione contadina di terre demaniali nel Sud, ma tollerò anche le violenze antisocialiste di squadre fasciste, cui venivano contrapposte “guardie rosse” e “avanguardie” di giovani cattolici.
In politica estera Giolitti stipulò il Trattato di Rapallo con la Iugoslavia, riconoscendo Fiume come “Città libera” (1920; un successivo compromesso nel 1924 assegnerà la città all’Italia e il territorio circostante alla Iugoslavia). Le elezioni del 1921 delusero però le speranze di Giolitti di assicurarsi una maggioranza con nazionalisti e fascisti: socialisti e po- polari infatti erano ritornati alla Camera con la stessa forza e le stesse esigenze.